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I “RACCONTI DA CASA” CHE CI FANNO COMPAGNIA

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𝐑𝐀𝐂𝐂𝐎𝐍𝐓𝐈 𝐃𝐀 𝐂𝐀𝐒𝐀 / 𝐪𝐮𝐞𝐢 𝐬𝐨𝐠𝐧𝐢 𝐧𝐞𝐥 𝐜𝐚𝐬𝐬𝐞𝐭𝐭𝐨 / è un podcast di racconti inediti, nato a Trento durante questi giorni di emergenza e isolamento. Per connettere, almeno virtualmente, le persone da casa a casa, gli attori Maura Pettorruso e Stefano Pietro Detassis ci chiedono di liberare le storie, le poesie, le fiabe scritte e magari abbandonate in fondo a un cassetto, ma che è ora di abbracciare, accarezzare e toccare. 

Mai come in questo momento il bisogno di narrare e ascoltare si rivela come primario e lenisce un po’ il dolore di questa obbligata e pesante distanza.

I racconti sono interpretati da loro e sonorizzati da professionisti che hanno messo a disposizione le loro competenze. Ci sono due categorie, una per adulti ed una per l’infanzia.

Li potete spedire all’indirizzo maura.pettorruso@gmail.com, spiegando magari chi siete, a chi volete dedicarli, qual è il vento che vi porta. 

Potete ascoltare tutti i racconti cercando Racconti da casa / quei sogni nel cassetto / 

Noi di LWMN abbiamo rivolto a Maura e Stefano tre domande:

Masha Mottes: Come è nata l’idea di questo podcast e quanto pensi sia importante cercare di mantenere un ordine/abitudine in questo momento così particolare?

Maura: E’ partita dal vuoto. Chi come noi vive e pratica il teatro in questo momento è fermo, messo in una forma di congelamento delle proprie azioni. E il vuoto fa paura. Così il primo pensiero è stato: come riempirlo? Di che cosa riempirlo? Di parole e suoni, è stata la prima debole risposta. Ma i canali web sono pieni di storie, ben raccontate, di libri, letti da qualcuno o da leggere, di contenuti ora messi a disposizione in maniera libera e gratuita. Cosa potevamo aggiungere noi? La seconda risposta è arrivata dal “mio cassetto dei desideri” che contiene frammenti di storie che – nel ritmo quotidiano della vita precedente – non prendevano mai spazio, rimanevano incompiuti. Mi sono detta che forse ognuno di noi ha dei cassetti che racchiudono inizi, sogni abbandonati, e che questo tempo largo poteva essere il luogo giusto per dare un corpo a ciò che riposava da tempo. Ecco. Ho pensato che non c’era solo bisogno di ascoltare ma anche di esprimersi, di raccontarsi. Ho pensato che ci fosse bisogno di creare una forma di dialogo, di condivisione nuova. Il resto è venuto spontaneamente. Ci siamo dati un compito, e un abitudine, sì, per scandire in qualche modo il tempo, per dare una nuova forma al tempo. Non so se sia un ordine ma sicuramente è un ritmo che si scandisce, che crea piccole abitudine, come darsi un appuntamento, a quell’ora e in quel luogo per incontrare qualcuno. Solo che il luogo è mentale, lo spazio è il racconto e le persone da incontrare sono ovunque.

Stefano: L’idea è stata di Maura e l’ho subito abbracciata (l’idea dico). Mi sembra un modo sincero di mantenersi in contatto, di comunicare con le persone. In questo momento difficile abituarsi a donare qualcosa mi sembra importante. Lo è per me. Credo lo sia anche per chi ci manda i testi. Sono regali giornalieri che emozionano. La pratica di leggere i testi quotidianamente non è mai un’abitudine o una sorta di ordine. Fa solo bene.

Federica Garzetti: C’è una sensazione, un’impressione, un filo comune che traspare dalle mail che ricevi? Qualcosa che ti ha colpito in particolare? 

Maura: Innanzitutto c’è la risposta, le risposte. Ogni giorno arrivano mail di persone conosciute o sconosciute che riempiono la mia casella di posta. E lo fanno con delicatezza, con timore, in punta di piedi. Poche righe che contengono quasi sempre queste parole “ti mando il mio racconto, il mio piccolo contributo, se vale, se ritieni che vada bene, altrimenti non importa. E’ stato comunque bello provarci”. E, qualche giorno dopo, un’altra mail con un nuovo racconto perché “è stato bello poter scrivere il primo”. E così via: un filo che si srotola da una casa all’altra passando da casa nostra. Per poi proseguire in altre case. Mi ha colpito istantaneamente la partecipazione, la collaborazione spontanea (non solo delle persone che mi inviano i racconti, ma dei musicisti che mi linkano i loro brani, o le fotografie di Francesca Padovan, i disegni di Romina), i commenti di chi ascolta, che mi racconta quando è il suo momento per sentire il podcast.  Speravo accedesse quando ho dato vita ai Racconti da casa ma, che “accadesse davvero”, è stata una sorpresa. 

Marika Mottes: Questa iniziativa ha dato alle persone la possibilità di esprimersi e di “uscire fuori” in un momento in cui è perlopiù costretta in casa, e forse anche in sé stessa. Ciò assume un significato bellissimo ed ha un effetto positivo sulla gente, che vediamo attraverso le reazioni all’ascolto dei racconti che condividete ogni giorno sul profilo di Maura e sulla pagina Facebook dedicata a Racconti da casa. Vorrei chiedere che cosa invece questa iniziativa ha portato a te e a Stefano, che cosa di inaspettato questo progetto ha dato e sta dando a voi in un momento che di per sé stesso sarebbe, ed è, terribile.

Maura: Un senso e una forma a quel vuoto iniziale. Tutte le volte che arriva un racconto, e poi quando decidiamo di leggerlo, è come se si materializzasse questa scena: qualcuno suona alla porta, vado ad aprire, ed entra una persona, si accomoda sul divano, le offro un bicchiere e parliamo. Ecco. A me porta ogni giorno qualcuno da incontrare. Qualcuno da conoscere. Ora che gli incontri sono proibiti, proibiti gli abbracci, proibiti i baci, i racconti sono quell’abbraccio, quel bacio. Ne approfitto, Marika, per dire grazie, ma grazie dal più profondo battito del mio cuore, perché i racconti sono la mia cura per questo isolamento, il balsamo di queste giornate. Racconti da casa è partito come “surrogato” per l’inattività professionale ed è diventato una necessità, una ventata di energia per la mente e per il corpo.

Stefano: Ma sai Marika, a costo di essere ripetitivo, credo che tutto si riassumi nel dono, per quanto mi riguardo. Donare e ricevere regali è sempre molto bello! Mi riporta un po’ a quando ero bimbo. Ecco si. Mi fa ricordare il fanciullino che saltava di gioia per un pacco col fiocco. In conclusione permettimi di citare Zadie Smith nella sua prefazione ad un testo di di Foster Wallace: il momento in cui l’io scompare e tu sei capace di offrire il tuo amore come un dono senza aspettarti nulla in cambio.

Anche il collettivo livingwomen ha inviato alcuni racconti per farci compagnia. Eccoli qui, se vi pare. Avere avuto l’opportunità di poterli riascoltare interpretati da Maura e Stefano è stato per noi ricevere un pacco col fiocco: Grazie! Buon ascolto:

UNA STORIA QUASI D’AMORE di Federica Garzetti: un racconto sull’avere vent’anni, gli anni ’90 e la musica dei Cranberries https://www.podomatic.com/…/episo…/2020-03-28T02_25_01-07_00

L’OMINO DELLO STAGNO di Marika Mottes è una favola di perseveranza per acchiappare i propri “sogni” https://open.spotify.com/episode/5A0vj5JW2fsJiyN0afK1pLDI

DI MARE E DI ACCIAIO di Manuela Fischietti: una nuova città per ricominciare una nuova vita! https://www.podomatic.com/…/episo…/2020-03-17T09_13_04-07_0


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